La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
: «O Madre, o Madre, dalle tue profonde vìscere, alziamo lamentoso il canto. Tu, spento sole, con feconda morte, ànima e forma a noi sùsciti e cibi. E
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Quando, l'alba seguente, il Beccajo affacciossi alla porta della sua casa, a sgombrarsi la mente, come il ciel si sgombrava, dalla pàvida notte
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Pel gèmito delle foreste e la notturna paura, per traccie che a lui solo èran vie, il rapitore cammina e cammina, ancor nell'abbrivo della intrapresa
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acute quanto più meritate, tuttavìa, la maggior parte di essi non poteva sottrarsi a un languore di melancòlica insoddisfazione, a una amaritùdine
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invisa patria, e, ora, il più intenso sospiro. E, a chi, ùltimo accorso, impallidendo ristava, era detto, come Aronne si fosse recato alla nave e come
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codardo e non arrossiva, e ricordava il futuro e bramava una casa ... E l'èstasi sua, a poco a poco mutàndosi in sonno, e i suòi pensieri fondèndosi in
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Una notte serena. Qual frèmito di voluttà, quale onda d'amore, bàstano, queste sole parole, a svegliare in quelle ànime musicali, che, perfin dalla
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Gualdo il Beccajo svegliossi. L'acuta brezza ferìvagli la somma pelle; l'ànimo, la sorpresa. Chè, assuefatto a svegliarsi in un ambiente bujo, più
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, facèasi angusto al cuor rapidìssimo il seno, e m'imbragiava la gota, e per tè solo il pudore era pena ... E sò, che a mè non parèa di avere occhi bastanti a
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
congiunti a rifarle. Èrano quelli forse che picchiàvano, ora, i chiodi più saldi. Ma, ahimè! in quale stato si rivedèvano essi! Pochi mesi di libertà
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
. Ciascuno a suo senno. Chi non vuol stare con mè, chi non mi vuole per capo ... peggio per lui! si pigli ciò che gli tocca, e ... vada. Ampia è la
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; stàvano, chi in piedi in una èbete immobilità, chi a terra accosciato, le palme alla faccia; tutti affranti da un viaggio lunghìssimo col non sequente
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
distrutto ... L'Allegra, scannata ... Fuggiamo! ... salviàmoci alla vittoria - L'altra, che tenèvale dietro a non breve distanza, raggiungèndola in quella
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anzi, a nostra stessa insaputa, non va lìbera d'odio. Ma, come il Nebbioso vide le prime case, allora soltanto si accorse di ciò che stava per fare, e
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
uguaglianza della miseria, fu d'uopo, riafratellando la roba, trarre la vita in una specie di comunismo. Infatti, le vettovaglie, che dovèan bastare a